Museo della Casa Contadina
Ai fini di marcare la propria identità culturale, il Comune ha dal 1985 predisposto nel centro storico del paese il Museo della Casa Contadina, che ospita una ricca collezione di oggetti relativa alla tradizione agricola locale. L’esposizione permanente è stata allestita in una tipica casa rurale dello scorso secolo, la cosiddetta casa terrana. Nell’unico grande ambiente sono raccolti, oltre agli arredi e alle suppellettili, i tipici oggetti relativi alla cultura materica agricola, utilizzati sino a qualche decennio fa nell’ambito dei cicli del grano e dell’olio, colture portanti dell’economia della Bolognetta di una volta. La casa museo mantiene inalterati tutti gli elementi peculiari dell’abitazione contadina tipica.
L’edificio, ad unica elevazione e privo di finestre, presenta nel prospetto principale un’importante grondaia in coppi dai profili obliqui, caratteristica peculiare delle locali case contadine di un tempo. Alla porta a due ante se ne addossa un’altra più bassa, che aveva la funzione di chiudere lasciando entrare abbondante luce; entrambi ingressi mostrano l’apertura detta jattalora, foro realizzato per il passaggio degli utili felini.
Prodotto dell’architettura spontanea la casa terrana colpisce per l’incredibile razionalità di spazi e mobilia. Entrando subito a sinistra è la tannura, composta struttura in mattoni che comprende il grande forno in refrattari per la cucina dei pani e delle pietanze voluminose, ed il piccolo forno dove si riscaldavano o cuocevano alimenti di scarse dimensioni. Attigua alla tannura è la mangiatoia – stalla per l’asino ed il mulo, che avevano anche la funzione di riscaldamento “naturale” degli ambienti. Nei pressi venivano ricoverati durante la notte anche piccoli animali da cortile che di giorno erano posti in un’argia, una rozza gabbia in legno e fil di ferro.
Nei p ressi sono i contenitori con i quali le donne si recavano alla fonte ad approvvigionarsi d’acqua: i quartari e bummari, recipienti in terracotta e i lanceddi in alluminio e zinco. Il funzionale tavolo rotondo era realizzato in due esatte porzioni di cerchio divisibili e addossabili alle pareti per ovvie ragioni di spazio.
Sulla destra dell’unico vano è il parmentu, insolita struttura multiuso: sul grande contenitore in muratura rettangolare per il grano realizzato sul pavimentosi sistemano i tavuli, il tutto diveniva letto matrimoniale dei materassi di lana, di crini o di pagliericcio.
Sempre sulla parete di destra rispetto all’ingresso è l’elemento onnipresente all’interno delle case terrane, la sena, una credenza a muro con mensole terminante con un arco, ove venivano riposte suppellettili in ceramica o vetro. Per la biancheria veniva utilizzato il cantaranu, che spesso era l’unico mobile della casa terrana. Altro oggetto tipico è l’arbitriu, il rudimentale, ma efficace, macchinario per fare la pasta.
La superficie calpestabile della stanza è ampliata dalla presenza dell’importante soppalco, u solaru, in tavolato di legno e canne dove dormiva la prole e si conservavano tutti gli attrezzi del lavoro il fieno e persino il raccolto .
La casa museo, ricca di molti altri oggetti e corredata di mostra fotografica sui cicli del grano e della vite, diviene un essenziale strumento di indagine socio-economica sulla realtà agreste del’Ottocento-Novecento bolognettese e siciliano.