Ciminna
“La prima questione, che si presenta nella storia di un paese, è certamente quella dell’origine. Ma non sempre essa si può risolvere con certezza, poiché la maggior parte dei paesi hanno le loro origini avvolte nelle oscurità del passato“. Con queste righe, lo storico dott. Vito Graziano (Ciminna 1864 – 1942), inizia a parlare del suo paese natio nel libro “Ciminna, Memorie e Documenti“, tentando di far luce dalla fondazione sino al periodo in cui visse, descrivendolo così: “Territorio frequentato sin dall’età del bronzo, conserva testimonianze di urbanizzazione che si datano precedentemente alla dominazione ellenica. Dovette avere particolare sviluppo in età romana, mantenendo poi prerogative urbane nel periodo bizantino ed arabo”.
Il Comune di Ciminna conta circa 3900 abitanti. E’ collocato su un piccolo colle, denominato Santalania (S. Anania), nel versante settentrionale dell’isola e dista circa mt. 530 dal livello del mare. Esso confina coi territori di Vicari, Villafrati, Mezzojuso, Baucina, Ventimiglia e Caccamo. Fin da tempo lontano, Ciminna,è stata ripartita in quattro quartieri, la Matrice, S. Giovanni, Raccomandata e S. Sebastiano, ovvero, i nomi delle sue chiese più antiche, ciascuno dei quali presenta al suo interno ulteriori suddivisioni zonali. La parte più antica del paese è quella collocata verso oriente. Ancora oggi, il territorio si divide in molte contrade (come da antico catasto del 1845) e, i suoi torrenti e burroni confluiscono tutti nel fiume S. Leonardo. Le aree più elevate del territorio sono il Pizzo mt. 805 e le Serre di Ciminna mt. 777 sul livello del mare.
La maggior parte del territorio risale all’epoca terziaria, eccetto qualche piccolo deposito quaternario o alluvionale lungo il fiume S. Leonardo. Il terreno più esteso è certamente il miocene superiore. La sua origine gessosa è sovrapposta a una formazione elevata di argille e di sabbie differentemente colorate, ed è contraddistinta da particolari tracce di zolfo ( denominata zona solfifera ) e dalla presenza di numerosi fossili. Alcuni dei quali sono ancora oggi esposti al Museo Comunale di Termini ( ad esempio, un esemplare di lignite e due di strobihis pinus ). Sin dal 1868, il Prof. Saverio Ciofalo raccolse ed illustrò tutta una serie di fossili, individuandone, complessivamente, 66 specie diverse.
Pertanto, Ciminna, presenta un territorio montuoso e collinare, spesso a forma di balzi, arricchito da molte grotte naturali. Considerata la morfologia del terreno, abbastanza gessoso, favorisce un habitat naturale per la riproduzione del Coniglio, ma non solo, anche della lepre, dell’istrice e della pernice. Lo stesso territorio favorisce anche la pesca lungo la riva del fiume S. Leonardo, particolarmente limitata all’anguilla, alla minusa e al granchio. Inoltre, molteplici sono le piantagioni che caratterizzano il territorio, tra le più importanti rileviamo l’ulivo, il mandorlo, il noce, il gelso, il carrubbo, l’arancio, il limone, il ciliegio, il susino, il pesco, l’albicocco, il pero, il melo, il fico, il fico d’india, il melograno.
Il sito più antico del territorio di Ciminna, come anche il Graziano suppone, è da considerarsi il “Pizzo“., riconducibile all’epoca Greco-romana. Oggi, siamo in possesso di numerosi reperti provenienti da questa area, i quali ci permettono di individuare la presenza di un insediamento Sicano, distrutto intorno al V sec. A.C.
Fra i reperti in argilla e ceramica, spicca una PROTOME BARBATA in argilla, resti di una ciotola con ansa ad anello, una coppetta con piede, resti di un piatto ombelicato, diversi resti di lucerne e brucia profumi. In una piccola grotta quasi al centro del “Pizzo”, a pochi passi dall’entrata, sulla parete destra, si nota chiaramente scolpita sulla roccia, la figura della Dea “TANIT”. Probabilmente, la sommità del monte Pizzo doveva essere il centro religioso, ed il luogo di sepoltura.
Il monte Pizzo, rappresenta un luogo di elevata importanza, in quanto, guardando verso est, si apre la vallata del fiume S. Leonardo, al di là del quale, a quell’epoca, si intravedevano i territori che rientravano sotto il dominio della potente città greca Imera. Quasi a ridosso dell’insediamento punico del monte Pizzo, in direzione est, nella limitrofa contrada della “Cernuta” è sorto un sito romano, quasi certamente nello stesso periodo, in cui scompare (probabilmente per distruzione degli stessi romani) il villaggio indigeno-punico (intorno all’anno 230/220 a.c.). Sono state costruite dai Romani le due condotte d’acqua in terracotta, che partendo dalla sorgente “Cassone” a monte della contrada Cernuta, una in direzione est per poi scendere verso la vallata, l’altra che scende direttamente nella vallata, racchiudono in un perfetto quadrato tutta la contrada, con un sistema d’irrigazione tipicamente romana.
Il centro urbano, ampliatosi sotto Federico II, fu un riferimento per i territori tra Palermo, Termini e Corleone. Alla feracità del territorio sembra legata l’origine del suo nome e dello stemma civico, una mammella.
Ciminna, fu Terra feudale ambita dalle più cospicue famiglie del baronaggio. Matteo Sclafani ne fu signore ed a lui successe il nipote Guglielmo Peralta. Oggetto di contesa con i Ventimiglia che l’avevano occupata, passò nel 1369 a Guglielmo, ultimogenito del Conte Francesco I. Per assenza di eredi maschi, nel 1619, pervenne ai Graffeo (Partanna).
Terra di personaggi illustri nella letteratura, nelle scienze, nelle arti, nell’attività politica e sociale, di notevole spessore, come: Santo e Francesco Gigante, Vincenzo e Paolo Amato, G. Battista Manzella, Melchiorre di Bella e poi Luigi La Porta, Pasquale Sarullo, Giuseppe Rizzo, Vito Leto e nel trascorso secolo Vito Graziano, Salvatore Sarullo, Filippo Meli, Antonino Cuti.
La sua spiritualità è espressa visibilmente nelle tante Chiese e Conventi, negli ancor vivaci sodalizi, nel culto plurisecolare verso il miracoloso Crocifisso di San Giovanni, è fiorita nelle figure di Tecla Gigante, in quel vivaio di santità che fu il Ritiro della Carità fondato da suor Margherita Corradino dove vissero Elisabetta Trippedi, della quale si era iniziato il processo di beatificazione, ed inoltre P. Giovan Battista Castelluzzo, il maltese P. Santo Grek, ciminnese d’adozione.
Dunque, Ciminna è singolare per la bellezza e la particolarità del suo territorio, per i suoli gessosi che hanno nei millenni dato vita ai noti fenomeni carsici, come le ” Serre di Ciminna”, per le tante e particolari tradizioni religiose e folkloristiche, dal festoso “Prucettu d’i malati” alla rullante “Furriat’e Torci“, al frenetico “Triunfu d’a Marunnuzza“.
Il Centro Storico nelle ancor distinguibili zone medievali e recenti Terra Vecchia, Burgu, e Terra Nova, conserva scorci di articolare fascino per chi sa guardarlo ancora con occhi non viziati dall’abitudine, come Luchino Visconti che vi trovò i naturali scenari per il suo Gattopardo.
PUNTI D'INTERESSE
2 - Chiesa di S. Giovanni Battista
3 - Chiesa di San Francesco d’Assisi
4 - Chiesa del SS. Salvatore (detta di S. Domenico)
5 - Chiesa di S. Giacomo
6 - Chiesa S. Lucia
7 - Chiesa di San Giuseppe
8 - Chiesa di San Pietro
9 - Chiesa di S. Francesco di Paola
10 - Chiesa di S. Sebastiano
11 - Chiesa della SS. Trinità
CHIESE FUORI DALL’ABITATO
12 - Chiesa Maria SS. Assunta13 - Chiesa di Maria SS. di Loreto
14 - Chiesa di S. Antonio Abate
15 - Chiesa di S. Rocco
11 - Chiesa di San Vito
2 - Nfiulata