Ex ospedale civico “S. Spirito”
Dopo intensi lavori di ristrutturazione, compiuti grazie a fondi provenienti dall’Unione Europea, hanno consentito il recupero e la restituzione alla comunità di Ciminna dell’Ex Ospedale di Santo Spirito. L’opera di recupero assume una valenza fondamentale per il territorio, non solo per ritrovare una struttura di notevole pregio artistico, ma per valorizzare l’edificio e destinarlo a servizi da far fruire alla cittadinanza. Infatti l’immobile, che consta di ottocento metri quadri distribuiti su tre piani, è destinato a un Polo Museale che accoglierà reperti etno-antropologici ed archeologici, spazi espositivi e un Archivio storico Bibliotecario.
Bisogna risalire indietro nei secoli per rinvenire la nascita e l’istituzionalizzazione di un’Opera di pubblica assistenza finalizzata alla cura dei più bisognosi.
L’ex Ospedale Civico “S. Spirito”, sito in Corso Umberto I a ridosso della piazza principale del paese, fu fondato nel 1506 dai signori di Ciminna, D. Paolo e D. Giovanna Ventimiglia con lo scopo di ricoverare malati e/o poveri del paese nonché i pellegrini di passaggio dal territorio comunale. L’amministrazione della struttura di “accoglienza e beneficenza” fu affidata ai giurati comunali fino al 1538, anno in cui D. Guglielmo di Ventimiglia, figlio dei due fondatori, attraverso un nuovo assetto organizzativo decise, in comunione coi giurati, di assegnare la gestione della struttura alla confraternita presente nella chiesa accanto del Purgatorio. Sin dalla sua istituzione e fondazione, l’Ospedale fu pienamente operativo fino a divenire un punto di riferimento per la cura e l’assistenza dei fanciulli abbandonati (trovatelli sia maschi che femmine) e per il ricovero fornito a forestieri e viandanti che si trovassero nel comune e necessitavano di cure.
L’ospedale fu sorretto ed organizzato secondo modelli in grado di trasformare ed adattare il proprio “servizio” in funzione del mutamento delle esigenze espresse dalla comunità.
Lo statuto subì diverse variazioni nel corso del tempo, ma era impianto per assicurare la gestione, i servizi e la beneficenza relativo alla presa in carico dei fanciulli abbandonati (nutrire a spese dell’Ospedale sino all’età in cui i giovani fossero autonomi, “imparare un’arte” o “un mestiere” per i maschi e fino al matrimonio o la conversione in convento per le femmine). Tale servizio fu mantenuto fino alla metà del secolo scorso. La più importante decisione relativa allo statuto del ‘500 è relativa alla dichiarazione in cui si dice che l’Ospedale avrebbe sempre fatto in modo di essere economicamente e finanziariamente indipendente senza alcun ricorso a mutui od interessi. Inoltre lo statuto stabiliva che il giorno della Pentecoste, giornata in favore dello Spirito Santo, si facesse una festa con 1° e 2° vespro, una messa cantata ed una processione.
Con lo Statuto del 1878 oltre ad entrare in vigore aspetti di carattere organizzativo del “management” dell’Ospedale, venne estesa la platea di soggetti cui destinare l’assistenza ospedaliera. Vennero pertanto ammesse alle cure le persone di ambo i sessi del Comune affette da malattie febbrili e non contagiose, i forestieri ammalati sul territorio comunale (salvo rimborso delle spese sostenute da parte degli stessi o dalle loro famiglie). Tale novità pose le basi per l’istituzione di un ambulatorio di bassa chirurgia in favore dei poveri nel 1905. Ad attestare il notevole apprezzamento da parte della comunità locale per l’opera compiuta dall’ex Ospedale, sono le notevoli donazioni sia in beni materiali che in termini economico-finanziari compiute dai ricchi signori del tempo.
Infine, è necessario sottolineare che se oggi è possibile avere una biblioteca con volumi abbastanza datati, dobbiamo ricordare l’eccezionale opera compiuta dallo storico ciminnese Vito Graziano che con l’ausilio di seminaristi e studenti, che hanno prestato il lavoro volontariamente, è riuscito a raccogliere, recuperare (sottraendo all’umidità) e inventariare molte opere letterarie depositate incautamente nelle soffitte dell’edificio.
“Ciminna, Memorie e Documenti” di Vito Graziano
PUNTI D'INTERESSE
2 - Chiesa di S. Giovanni Battista
3 - Chiesa di San Francesco d’Assisi
4 - Chiesa del SS. Salvatore (detta di S. Domenico)
5 - Chiesa di S. Giacomo
6 - Chiesa S. Lucia
7 - Chiesa di San Giuseppe
8 - Chiesa di San Pietro
9 - Chiesa di S. Francesco di Paola
10 - Chiesa di S. Sebastiano
11 - Chiesa della SS. Trinità
CHIESE FUORI DALL’ABITATO
12 - Chiesa Maria SS. Assunta13 - Chiesa di Maria SS. di Loreto
14 - Chiesa di S. Antonio Abate
15 - Chiesa di S. Rocco
11 - Chiesa di San Vito
2 - Nfiulata