La Settimana Santa di Ciminna
Una delle principali ricorrenze particolarmente sentite a Ciminna è la Pasqua: incontri religiosi, rappresentazioni e processioni con lo scopo di celebrare la rievocazione e la commemorazione della Passione, della Morte e della Resurrezione di Gesù Cristo.
Molteplici sono i simboli che contribuiscono a celebrarla, tra i quali il grano, il viola dei paramenti sacri, il pane ed i fiori per cercare di ricordare anche a livello metaforico una totale rinascita, anche da parte della natura.
La prima funzione religiosa viene celebrata il mercoledì, antecedente alla Domenica delle Palme, in questo giorno, la chiesa Madrice è colma di ragazzi con in mano ramoscelli di ulivo e palme in attesa della santa benedizione; i ragazzi per le strade del paese gridano ad intervalli “Vìvula Vìvula” (Viva l’uliva).
Tale funzione è nota come “la trasuta dell’ulivo” (l’entrata dell’ulivo), rappresenta simbolicamente la fuga di Gesù Cristo, nell’orto di Getsemani, ricercato dai Giudei si rifugiò sotto un albero di ulivo.
La Domenica delle Palme, sempre all’interno della Chiesa Madre, molte personecon palme e ramoscelli d’ulivo decorato da nastri di vari colori, ricevono la benedizione da parte del prete. I ramoscelli benedetti vengono posti dietro l’uscio, per essere liberati da ogni male, e portati nelle campagne per far si che i raccolti siano proficui.
La mattina del Giovedì Santo, si legano le campane che verranno sciolte il Sabato Santo; durante questo lasso di tempo è vietato ogni tipo di rumore. In passato, veniva celebrato il precetto del digiuno “lu trapassa”, osservato quasi da tutti, fino a quando le campane non venivano slegate.
Le funzioni più solenni vengono svolte nella chiesa Madre, un tempo, nella navata centrale della chiesa, si disponeva una mensa a tredici posti imbandita con pane, vino, frutta e un agnello di pasta reale. Dodici persone venivano vestite con abiti poveri, camice e stola violacea a tracolla e sedevano al tavolo rappresentando gli apostoli; il tredicesimo posto, destinato al Maestro, era occupato dall’ arciprete pro-tempore, il quale benediceva la mensa. Al termine della cena, esso lavava i piedi agli apostoli, i quali dopo la funzione, ricevevano in regalo un tari. Nelle ore pomeridiane generalmente si fa visita ai sepolcri, oggi un po’ ridotti dal punto di vista decorativo, ma nei tempi passati svolti con molta magnificenza in tutte le chiese. Si sceglieva un aneddoto dell’antico o del nuovo testamento e si rappresentava con figure in rilievo di grandezza naturale.
Il Venerdì Santo è interamente dedicato alle sue meste funzioni. Gli operai si astengono dal lavoro, nei circoli i soci si astengono dal giocare, e il precetto del digiuno. Tra tutte le funzioni sopracitate, la più importante è la processione dei misteri, che rappresenta la passione e la morte di Gesù Cristo.
Durante la notte alcuni ragazzi muniti di bàttole (in siciliano tròccula), strumenti in uso ai soldati che condussero Gesù all’estremo supplizio, fanno il giro per le vie della processione: si sente prima un lungo squillo di tromba, poi tre colpi di tamburo, separati fra loro da un breve intervallo, e infine il suono delle bàttole. Finalmente all’alba comincia la processione che parte dalla chiesa di San Giovanni Battista. Il primo mistero, rappresenta “Gesù che prega nell’orto di Getsemani”; e seguito dagli altri misteri, cioè “la flagellazione”, “l’incoronazione di spine”, “la caduta sotto il peso della croce” e “la crocifissione”. A questa segue un gruppo della “Pietà” consistente nella Madonna col Signore morto sulle ginocchia. Vengono dietro un centinaio di bambine, di età compresa tra i 4 e gli 8 anni, dette li “munacheddi”, vestite con vesti e manti neri e con fazzoletto e grembiule bianchi, ognuna di esse porta un emblema delle passione: il calice, il crocifisso, l’umetta, la scaletta di legno, il ritratto della Veronica, la ciocca di capelli, i fiori, la lancia, ecc. Tra le munachedde, una porta il diadema sul capo e una spada di argento sul petto e rappresenta 1’Addolorata; infine vi è il Cristo Morto che viene portato a spalla e poggiato su un lenzuolo. La processione termina con la banda musicale, che suona marce funebri alternate ai versi del Miserere e il Popule Meus, e dopo aver visitato i sepolcri, giunge alla chiesa di San Giovanni Battista.
Nella stessa chiesa alle ore 15,00 comincia “l’agonia” con la riflessione delle “sette parole”, ossia le ultime parole dette dal Cristo in croce. La sera ha luogo la processione, successiva all’urna di legno contenente il Cristo morto, le confraternite e il simulacro della Vergine Maria Addolorata seguito dalla banda musicale che suona marce funebri. Finita la processione, il simulacro è collocato in mezzo alla piazza, dove un oratore sacro racconta il dolore immenso della Vergine; successivamente comincia la sacra veglia, che anticamente durava tutta la notte e il giorno seguente fino all’ora in cui si scioglievano le campane. Un confrate della congregazione del Sabato leggeva qualche brano di libro sacro e il confrate bidello girava per le vie del paese suonando la bàttola e dicendo a voce alta : “Fratelli, la bedda matri sula è!”.
Il Sabato Santo vengono benedetti i ceri (ciliu). Un tempo nella chiesa di S. Francesco, si faceva la cascata di “li Iurei”: nella tribuna maggiore della chiesa si riponeva un’urna circondata da sei statue rappresentanti i Giudei. Al momento del “Gloria”, mediante appositi congegni di fili, si apriva l’urna e ne usciva il Cristo risorto. Allo stesso tempo le dette statue, con tutte le loro armature, cadevano a terra.
“Ciminna Memorie e documenti” – Dr. Vito Graziano
PUNTI D'INTERESSE
2 - Chiesa di S. Giovanni Battista
3 - Chiesa di San Francesco d’Assisi
4 - Chiesa del SS. Salvatore (detta di S. Domenico)
5 - Chiesa di S. Giacomo
6 - Chiesa S. Lucia
7 - Chiesa di San Giuseppe
8 - Chiesa di San Pietro
9 - Chiesa di S. Francesco di Paola
10 - Chiesa di S. Sebastiano
11 - Chiesa della SS. Trinità
CHIESE FUORI DALL’ABITATO
12 - Chiesa Maria SS. Assunta13 - Chiesa di Maria SS. di Loreto
14 - Chiesa di S. Antonio Abate
15 - Chiesa di S. Rocco
11 - Chiesa di San Vito
2 - Nfiulata