Mastro di Campo e il museo
U Mastru ri Campu (Mastro di Campo) è tra le più importanti e particolari rappresentazioni carnevalesche Siciliane che ha le sue origini più di due secoli fa. La “Pantomima” è una manifestazione storico-folkloristica, che risale al primo decennio del 1400, che riassume la trama del Mastro di Campo, con la rievocazione dell’avvenimento rappresentata da una sorta di tragicommedia del tutto mimata, che ha come tema una contrastata storia d’amore che vede protagonista il Mastro di Campo, che intrattiene una lotta per la mano della Regina che gli viene usurpata dal Re. Sostanzialmente tale lotta appare come una sorta di rievocazione dell’assalto che il Conte di Modica fece al Castello per conquistare la regina Bianca di Navarra.
Non si hanno notizie certe sui fatti rappresentati, ma quanto descritto dal Villabianca e dal Pitré e da altri contemporanei, il Mastro di Campo viene adottato dalla tradizione popolare dei mezzojusari, che nell’occasione della manifestazione vivono la pantomima per rievocare i fatti realmente accaduti.
Gli interpreti e attori della rappresentazione ammontano a circa un centinaio (Rimitu, Maghi, Giardiniere, Ingegneri, Tammurinari, l’Ambasciatore, Garibaldi con i Garibaldini, il Capitano d’artiglieria, il Barone e la Baronessa con i loro uomini: Camperì, Soprastanti, Vurdunaru, Curatala, Sfacinnatu, e la Cavalleria) e seguono un canovaccio che si tramanda di generazione in generazione. La figura di Garibaldi spicca in quanto nel 1862 la sua presenza Mezzojuso è stata ben voluta e piena di ammirazione tanto che i mezzojusari lo vollero introdurre nella pantomima del Mastro di Campo.
Per quanto attiene ai costumi, il Mastro di Campo indossa una maschera rossa con il naso adunco e il labbro inferiore prominente, una camicia bianca colma di nastri colorati, e i pantaloni e il mantello colorati di rosso.
La tragicommedia prevede che, seguendo il ritmo marziale di un grosso tamburo, egli si dimena, si agita, con la testa ben alta, il braccio sinistro al fianco e nel destro una leggera e piccola spada di legno. L’antica e celebre pantomima si svolge da almeno due secoli, nell’appuntamento fisso dell’ultima domenica di carnevale in piazza Umberto I. A tal proposito è giusto precisare che, il Mastro di campo, oltre ad essere considerato come la manifestazione carnevalesca più antica della Sicilia, inserita sempre nei carnevali storici della Regione, è considerato anche come la Storia di un Paese, di una Comunità, che si ritrova attorno ai propri personaggi per mantenere viva la tradizione popolare, antica e moderna allo stesso tempo.
Per i mezzojusari il “Mastro di campo” è una grande manifestazione che trasmette una sorta di magia capace di suscitare, nell’ ultima domenica di carnevale di ogni anno, nuove e sempre diverse emozioni.
LA PANTOMIMA
Il Re e la Regina con il corteo reale fanno il loro ingresso in piazza, avviano le danze e infine salgono su un palco che funge da Castello.
Intanto appaiono le maschere legate alla tradizione: u Rimitu, i Maghi, le Giardiniere, in piazza arrivano gli Ingegneri armati di strumenti di agrimensura e iniziano a misurare la distanza da un punto ipotetico della piazza in cui il Mastro di Campo potrà piazzare l’artiglieria.
Arriva il Mastro di Campo seguito dal suo esercito al ritmo marziale del tamburo, il Tammurinaru, l’Ambasciatore, Garibaldi con i Garibaldini, il Capitano d’artiglieria, il Barone e la Baronessa seguiti dai loro uomini: Camperì, Soprastanti, Vurdunaru, Curatala, Sfacinnatu, infine la Cavalleria.
Il Mastro di Campo invia con l’Ambasciatore una lettera di sfida al Re, alla risposta del Re il Mastro di Campo inizia le ostilità seguite da una danza guerresca ritmata dal tamburo, a cui si aggiunge la carica di Garibaldi e i suoi Garibaldini, il Potorio oltre a mantenere l’ordine pubblico sequestra i benestanti e li rilascia dietro pagamento di un riscatto (dolci o liquori).
Nel primo tempo il Mastro di Campo sale la scala (due volte) del Castello del Re con il quale si scontra in un duello, nel duello centrale il Mastro di Campo viene ferito in fronte, il tamburo suona “a rullo”, il Generale tutto tremante allarga le braccia e si lascia cadere nel vuoto, termina cosi la prima parte della rappresentazione.
I Maghi scavano sotto il Castello, e trovano la “Trovatura” (un “cantaru” di maccheroni e salsiccia) che al grido di “foriu” offrono alla folla, il Mastro di Campo guarito dalle ferite rientra in piazza con il suo esercito riprende la battaglia, le scene dei vari personaggi si ripropongono uguali al primo tempo.
II Re tradito dall’Artificiere, viene soprafatto e incatenato dal Mastro di Campo penetrato furtivamente nel C a stello, il Mastro di Campo si smaschera e corona il suo sogno d’amore abbracciando l’amata Regina.
Si conclude la pantomima del Mastro di Campo e si avvia il corteo che si snoda per le vie del paese.
MUSEO “MASTRO di CAMPO”
Il “Mastro di campo” è una grande manifestazione che trasmette una sorta di magia capace di suscitare, nell’ ultima domenica di carnevale di ogni anno, nuove e sempre diverse emozioni. L’Amministrazione Comunale ha allestito la mostra permanente del Mastro di Campo presso il Castello comunale, quale anche sede dell’Ufficio Turistico e della Proloco di Mezzojuso.
La mostra, oltre a raccontare per immagini fotografiche e multimediali “la Pantomima” della manifestazione storico-folkloristica rievocando l’avvenimento della tragicommedia, espone i costumi più rappresentativi della giornata del “Mastro di Campo”.
PUNTI D'INTERESSE
2 - Chiesa di San Nicolò di Mira
3 - Monastero Basiliano - Chiesa di Santa Maria delle Grazie
4 - Ex Convento dei Frati Minori Riformati Chiesa dell’Immacolata Concezione
5 - Chiesa del SS. Crocifisso
6 - Santuario di Maria SS. Dei Miracoli
7 - Castello
8 - Chiesa di San Rocco
9 - La vecchia fontana