La via “d’à Riserva” – Itinerario 2 – Baucina
Sorgente Cuba, Monte Malamoneta
La sorgente, risalente all’epoca fascista come si nota dal fascio littorio presente nella zona frontale della struttura, prende il nome dalla copertura cubica della vasca di raccolta dell’acqua.
Il serbatoio viene alimentato da una galleria drenante che si snoda al di sotto della sede stradale della trazzera di Carrozza e riceve l’acqua soprattutto dalla porzione terminale scavata su un fianco del Monte Malamoneta. All’estremità superiore del rilievo si trova Piano Puddicina, un pianoro, sede delle cave di pietra utilizzate per la costruzione della chiesa madre e di molti edifici dell’abitato.
Le pietre, di origine calcarenite organogena ricca in fossili e con presenza di sabbia silicea, venivano inoltre esportate per le sculture barocche nella città di Noto.
Monte Falcone, necropoli, abitato di Monte Carrozza
Ubicato nell’entroterra, sullo spartiacque tra il fiume Milicia e il fiume San Leonardo, i siti di Monte Falcone e Monte Carrozza sorgevano in una zona aperta ai collegamenti tra Palermo, Solunto e Himera. Su queste alture nel corso del VI secolo a.c. le popolazioni indigene intrattennero fiorenti rapporti commerciali con i coloni greci di Himera e quelli punici di Solunto. Numerosi manufatti in terracotta, tra cui tegole, anfore, ceramica a vernice nera e pesi da telaio affiorano in superficie a testimonianza delle antiche strutture edificate dalle genti sicane. Gli scavi condotti nel 1991 dalla Sovrintendenza dei B.B.C.C.A.A. di Palermo e recentemente dall’Università di Palermo portarono alla luce un settore della necropoli costituita da alcune tombe a grotticella artificiale scavate nella roccia, tombe a fossa con corredi databili in età arcaica e classica, a tutt’oggi ancora visibili. Parte dei reperti sono attualmente esposti, insieme ad oggetti sequestrati dai Carabinieri a scavatori clandestini locali, nel Museo Archeologico di Baucina. Dal punto di vista geologico i due monti appartengono alla Formazione Baucina e le calcareniti organogene, ricche in fossili, poggiano sulle molasse e sui conglomerati quarzoarenitici della Formazione Terravecchia.
Bosco di Cozzo Finocchiaro e formazione Terravecchia
La zona collina del Bosco di Cozzo Finocchiaro si erge tra Baucina e Ventimiglia di Sicilia presentandosi con una ricca vegetazione di roverelle, varietà di quercia diffusa nelle regioni mediterranee. Le macchie che caratterizzano il sottobosco sono prevalentemente formate da arbusti ramificati con lunghi rami striati che formano ampie chiome circolari, coperti da innumerevoli e vivaci infiorescenze giallo orosulla parte terminale (ginestra spinosa). Le caratteristiche del terreno e della vegetazione del sottobosco consentono la presenza di ricchi pascoli di bovini e caprini. gli strati più interni del terreno rivelano la presenza di bauxite, roccia sedimentaria per la produzione dell’alluminio. Il Cozzo appartiene alla Formazione Terravecchia.
Fattoria, strutture affioranti e necropoli di Portella di Ventimiglia
La fattoria di Portella di Ventimiglia è un importante insediamento appartenente all’epoca tardo-antica ubicata a monte e a valle della Regia Trazzera San Marco. La presenza di una sorgente, di una necropoli e l’incontro di tre regie trazzere (nn. 139, 530, 537) ne fanno un sito storico di particolare rilevanza caratterizzato da antiche abitazioni e strutture con pavimentazione in cocciopesto. La necropoli è indiziata da una doppia tomba a fossa e da una tomba a camera (Tomba Regina) ubicate immediatamente a Nord del sito, oltre un impluvio. Questo insediamento rurale spicca per estensione, varietà e tipologia di rinvenimenti inoltre, la sua ubicazione fu favorita dalla presenza di lembi di boschi che sorgono sui suoli acidi di Costa Ilice e dalla sorgente Favara, di buona portata
Piano Sant’Elia
Tra Piano Ceuso, Montalbano e Pizzo delle Trigna sorge la località di Sant’Elia, un luogo privilegiato per il pascolo dei bovini. L’area pianeggiante di S. Elia offre uno scorcio suggestivo e di profonda bellezza su un territorio antico, ricco di tradizione e cultura. Ancora visibili sono i resti di un’abitazione pastorale a pianta circolare di cui si conserva parte dell’alzato e annesso all’insediamento si trova un recinto quadrangolare che probabilmente serviva per la custodia de bestiame. Piano S’Elia si colloca nella pace delle suggestive aree verdi pianeggianti e il suo nome è probabilmente legato a un noto passo del Libro dei Re dove si narra che il profeta Elia, davanti al monte Oreb, scopre la presenza di Dio non nel frastuono ma nel silenzio e nella quiete, nel mormorio di brezza leggera
Portella di Campisi, Pizzo della Trigna, Monte Cane e rocce del Dominio Imerese
Il complesso montuoso di Monte Cane e Pizzo della Trigna, alti rispettivamente 1242 e 1257 metri, costituisce una catena orografica importante, ubicata tra Altavilla Milicia, Casteldaccia e Ventimiglia di Sicilia. L’imponente massiccio sovrasta un’ampia vallata una sorta di altipiano esteso su cui scorre un ricco reticolo di ruscelli e corsi d’acqua. Sulle pareti frastagliate della dorsale affiorano grotte, anfratti e fenditure e i resti di vecchie niviere, buche usate per la conservazione della neve e del ghiaccio con lo scopo di preservarle dal calore estivo. Dal punto di vista geologico e morfologico, il nucleo montuoso è costituito da una serie di unità strutturali sovrapposte, appartenenti ai domini paleogeografici mesozoico-terziari. Questo sistema di piattaforma carbonatica, noto anche come dominio Imerese, è costituito da rocce sedimentarie di varia natura, prevalentemente rocce calcaree clastiche detritiche e argilliti silicee, accumulate in un lungo intervallo di tempo geologico.
Sito preistorico e medievale di Montalbano
L’insediamento preistorico e medievale di Montalbano può essere identificato con il sito d’altura Calatameta, centro abitato fortificato ricordato da fonti storiche, che si esaurisce in seguito alle guerre intraprese da Federico II.
In quest’area di profondo interesse archeologico sono stati riportati alla luce utensili litici, ossia di pietra, e frammenti di ceramica a testimonianza dell’insediamento umano in epoca preistorica. Il contrafforte roccioso di Montalbano, da un punto di vista geologico, alla base è costituito da calcareniti gradate e laminate e da lenti di brecce risedimentate (facies del Dominio Imerese) ricche in minerali ferrosi che conferiscono alla roccia un colore ruggine.