Project Description
Custoditi nel museo adiacente al Santuario, oltre alle comuni riproduzioni in argento di arti umani e organi sanati dai miracoli attribuiti all’intercessione mariana, il museo raccoglie la più grande collezione di ex voto dipinti su latte riciclate, originariamente contenitori di sarde salate. Questi insoliti supporti metallici, simboli della vocazione lavorativa della comunità, restituiscono una cronaca storica della fede popolare, permettendo di individuare le tecniche stilistiche e le particolarità pittoriche delle botteghe che eseguivano i lavori su commissione dei committenti, toccati da eventi straordinari.
Facendo rivivere la memoria religiosa del fatto accaduto, ambientati nel contesto storico del tempo, la sequenza degli ex-voto del museo diventa un racconto di vita sociale dall’ottocento in poi, dando una interpretazione di fede e di devozione a scampati naufragi, a incidenti rovinosi senza conseguenze tragiche o guarigioni inaspettate. I quadretti cristallizzano l’episodio e sciolgono quel debito contratto con la Madonna. La pittura diventa veicolo di speranza per il committente e per i fruitori futuri, conferendo a questa singolare carrellata di immagini un alto senso taumaturgico che oltrepassa i secoli, racchiusa nelle sigle V.F.G.A. (Votum Fecit Gratiam Accepit, voto fatto per grazia avuta), che completava la formalizzazione pittorica. Le tecniche cromatiche e il decorativismo delle pitture è riconducibile alla mano di almeno dodici botteghe di “miracoli” operanti nel palermitano, incluse le opere di grandi maestri in pittura del carretto.
I quadri votivi non venivano mai firmati. Un gesto di umiltà del pittore, che partecipava in tal modo all’atto di devozione del miracolato.